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Mort aux vaches! La guerra del governo francese per imporre la costruzione dei grandi bacini.

Mort aux vaches! La guerra del governo francese per imporre la costruzione dei grandi bacini.

Introduzione

 I mega-bacini sono impianti di ritenzione delle acque delle dimensioni di diversi campi da calcio. Dovrebbero attingere acqua dalla falda freatica in caso di tracimazione di questa. Saranno utilizzati per irrigare soprattutto le grandi aziende agricole, come quelle dove si coltiva il mais destinato all’esportazione.

Le falde acquifere sono già in difficoltà a causa delle varie siccità succedutesi negli ultimi anni. L’esposizione dell’acqua all’aria aperta (contaminazione, evaporazione, ristagno…) la rende non potabile.

Les soulèvements de la terre è un’organizzazione creata dagli «appelos», la parte più legalitaria della ZAD (Zone-à-defendre, zona da difendere) di Notre Dame des Landes (dove doveva essere costruito il nuovo aeroporto del Grand-Ouest, lotta conclusasi con la vittoria dei movimenti ambientalisti). Il loro obiettivo è difendere gli esseri viventi e la natura dai progetti ecocidi. Il modello d’azione dchiarato da questa organizzazione unisce diverse tecniche militanti, come manifestazioni festive, sabotaggi, negoziati, ricorsi legali, ecc. Rivendicano la diversità delle tattiche e l’unificazione della sinistra. Di fatto usano i gruppi più determinati come carne da macello, glorificano la militanza e operano in modo piuttosto gerarchico, anche se fingono il contrario.

 Come si sono svolti i fatti di Saint Soline?

 Per l’intero fine settimana è stata presente una forza di 3200 agenti delle forze dell’ordine (Polizia nazionale e Gendarmeria). Erano ovunque, onnipresenti, e hanno moltiplicato i controlli con avvisi di requisizione e il monitoraggio.

Il movimento ha dedicato il giovedì alla comunicazione tra le diverse componenti e alla condivisione delle informazioni disponibili: assistenza ai bambini, legal team (numeri di avvocati, gestione dei fermi da parte della polizia), numero di contatto contro le aggressioni di genere, medico (primo soccorso durante la manifestazione), ecc. Questo è avvenuto a Melle, un villaggio dove la popolazione si oppone ai mega bacini.

 Il venerdì, quando gran parte dei manifestanti non era stata avvertita, ci siamo dovuti spostare all’alba. La nostra destinazione: un altro terreno privato, con il permesso del proprietario.

Questo sito era più vicino al mega-bacino di Sainte Soline e si trovava ai margini del perimetro vietato dal decreto prefettizio. Le informazioni sui cortei, ognuno dei quali porta il nome di un animale protetto della regione (otarda rosa, lontra gialla e anguilla blu), sono state annunciate nel pomeriggio, insieme a vari workshop per organizzare il giorno successivo. I pasti e i rifornimenti d’acqua sono stati programmati solo in tarda serata. Allo stesso tempo abbiamo appreso che avremmo dovuto camminare per circa 5 km per raggiungere il mega bacino.

Sabato, il giorno della manifestazione, gli organizzatori hanno creato un sistema con 3 tipi di volantini, uno per ogni corteo. L’idea era di scambiarli come carte pokemon, in base alle nostre capacità e ai nostri desideri di azione, per rendere i cortei più uguali in numero e più omogenei.

Qualche tempo dopo l’inizio, abbiamo saputo che la polizia si era concentrata intorno al bacino.

Per lo svolgimento della manifestazione sul posto, si veda la testimonianza qui sotto.

Siamo tornati al campeggio verso le 17.00. Abbiamo riordinato il terreno e siamo partiti ingruppo verso le 20 in direzione di Melle, per trasferirci in un nuovo campeggio. La città era piena di manifestanti. Sono seguiti discorsi, concerti e pasti gratuiti.

 Domenica. Fine delle manifestazioni, la mensa era ancora lì, un po’ sovraccarica, e gli attivisti se ne andavano gradualmente.

All’iniziativa hanno partecipato circa trenta mila persone. Alla fine si sono contati tre manifestanti in pericolo di vita, di cui una ancora in coma, 40 con ferite profonde con rischio invalidità permanente e 200 feriti, tra gli sbirri 20 “feriti” e 2 furgoni della polizia bruciati.

Ecco la testimonianza di un compagno anarchico sullo svolgimento della manifestazione di sabato:

Un’altra testimonianza…

La guerra dell’acqua. Lacrime, sangue e rabbia

Da dove cominciare?

In seguito all’appello di Les soulèvements de la terre e al problema reale della ripartizione e dell’accaparramento dell’acqua, mercoledì siamo partiti per Melle per aiutare nell’organizzazione. Ma vado subito a quello che è successo sabato. So che le immagini sono già circolate sui network, ma ogni testimonianza personale è importante per quanto riguarda la macelleria che c’è stata… La verità deve venire fuori con l’intensità delle 4.000 granate che ci hanno lanciato in faccia.

Le mie dita tremano ancora in questo lunedì mattina mentre scrivo queste parole sulla tastiera. Scrivo, è l’unica cosa che mi calma. Questa è una minima parte di tutto ciò che è accaduto quel giorno, senza alcuna pretesa di fornire una visione generale su questo enorme campo di battaglia, non avevamo la possibilità di vedere tutto ciò che stava accadendo nello stesso momento.

Eravamo nel corteo della Lontra Gialla, sapevamo in coscienza che si trattava del gruppo “Deter”, sapevamo anche che le forze dell’ordine sarebbero state violente, eravamo equipaggiati, anche molto bene, armati di occhiali, maschere e ombrelli avevamo la volontà di “proteggere” e di essere in prima linea.

Quando siamo arrivati sul posto, abbiamo visto questo mega-bacino in mezzo al nulla, circondato da gendarmi iperarmati, con i loro furgoni e i cannoni ad acqua. In alto, appollaiati sulla sommità del bacino, sono appostati degli uomini armati. Una vera e propria fortezza! Se non fosse che ai tempi delle fortezze dei castelli, entrambe le parti erano armate, il 99% di noi aveva solo la propria presenza umana e, per alcuni, i ciottoli…

Una piccola parte del corteo sta già affrontando la polizia in questo momento, i gas lacrimogeni e le granate esplodono ogni 2 secondi. Corriamo per raggiungere i compagni. Con pale e terra, i lacrimogeni vengono sotterrati per disinnescarli, alcuni riescono a rimandarli indietro con le loro racchette da tennis, molto rapidamente, il primo ferito, una persona cade a pochi metri da noi, c’è così tanta gente che corre, rumori di granate, che non riusciamo a capire cosa l’abbia colpito all’improvviso, i medici si prendono cura di lui e noi li accompagniamo in modo che la vittima possa essere spostata dal fango e dai proiettili. La persona in questione è in pessimo stato, il sangue gli esce dalle orecchie, dal naso e dalla bocca, facciamo un cordone di sicurezza intorno a lui, gridiamo ai medici di chiamare aiuto. I medici sono efficienti e mantengono la calma nonostante si ritrovino loro stessi con il sangue della vittima sulla camicia.

Non lontano, il suono delle granate incessanti continua. Il gas lacrimogeno ci raggiunge di nuovo mentre cerchiamo invano di tenerlo sveglio, lo spostiamo di nuovo con difficoltà e con la massima attenzione per la sua sicurezza. In lontananza, vediamo un reparto di polizia in quad che spara sulla gente come dei cowboy! Il ferito è calmato e circondato da sufficienti medici, torniamo al fronte, sulla destra, il cannone ad acqua è pronto, le auto dei gendarmi bruciano e non posso fare a meno di provare un piccolo senso di vittoria.

C’è un nuovo ferito e lo portiamo al pronto soccorso, la prima vittima è ancora lì, i medici lo stanno ancora medicando e cambiando le bende. Ha un’emorragia interna, l’obiettivo ora è cercare di tenerlo in vita… Non capisco perché i soccorritori non siano ancora arrivati e la sentenza emessa, sono bloccati dalla polizia, sono furiosa… Rimaniamo di nuovo al loro fianco, perché la persona che abbiamo portato è in stato di shock e ha bisogno di sostegno, ha paura di andare in ospedale, perché ci sono spie e potrebbe finire arrestato. Una volta accompagnati dal medico e al sicuro, torniamo al fronte e Les soulèvements de la terre invitano a ritirarsi. Ma in quel momento sono così impegnato che non vedo quello che succede davvero intorno a me, credo di essere persino in una tale fase di negazione della violenza che sto vivendo che quando sento che ci fermiamo perché i medici di strada non hanno più materiale sanitario per curare le persone ferite, mi infastidisco e chiedo perché? Non hanno preso quello che serviva? E poi mi dicono che ci sono quasi 200 feriti!

È sulla via del ritorno al campo che vedo davvero molte persone con ferite al volto da LBD (lanceur de balles de défens – lanciatore di palle di difesa), schegge di granate, bende sulla testa, sulle gambe, sulle braccia, alcuni non riescono a camminare. Sulla via del ritorno, ci è stato offerto di allestire una serra. Cos’è questa assurdità? Abbiamo appena vissuto una guerra… PFFF….. Torniamo all’accampamento, le detonazioni continuano perché gli attivisti fanno esplodere le loro riserve per non farsi beccare con quelle. Alcune auto sono state saccheggiate da elementi pro bacini durante la nostra assenza. Nel nostro veicolo, ascoltiamo il discorso odioso e bugiardo di Darmanin, è un ulteriore colpo… 2 ore dopo, arriviamo finalmente a Melle, e lì, è la festa, i rivoltosi della terra applaudono la vittoria perché sulla via del ritorno sono riusciti a sabotare i tubi. È una festa festosa, ma non ce la faccio, non riesco a ballare e a sorridere, vedo nella mia testa il volto del compagno sanguinante, ho in faccia la consapevolezza di tutta la violenza che c’è stata, perché? Per i bacini vuoti! Lo Stato era pronto a usare tanta violenza per proteggere questo e perpetuare le sue stronzate? Perché i gendarmi non hanno abbassato le armi a un certo punto e non hanno detto che questo stupido bacino era meno prezioso di tutte quelle persone che sono venute da tutto il mondo per difendere l’acqua? Sento anche intorno a me persone che si sentono carne da cannone.

No… Quella sera non avevo voglia di festeggiare, solo una profonda amarezza nel cuore.

Non ringrazierò mai abbastanza i compagni che erano lì, la solidarietà è stata incredibile e ora so che possiamo contare gli uni sugli altri. Per quanto riguarda i poliziotti, prima facevo una distinzione tra polizia e gendarmeria, ma ormai quando griderò “mort aux vaches” saranno tutti nella stessa cesta!

Alcuni compagni della Federation Anarchiste

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